Per aprire un e-commerce è necessario rispettare alcuni passaggi fondamentali previsti dalla legge che variano a seconda della tipologia di sito scelto per la propria attività. Vediamo insieme come farlo al meglio e quanto costa avviare un commercio online.
L'e-commerce è un negozio online tradizionale in cui gli utenti acquistano direttamente dal titolare del sito che vende i propri prodotti. L'intero processo di vendita, quindi, coinvolge due sole parti: il titolare del sito e l'utente che acquista.
L'e-commerce si differenzia dall'e-marketplace dove, invece, più venditori o fornitori esterni, vengono messi in contatto con gli utenti. Nell'e-marketplace, infatti, ci sono tre parti: il titolare del sito, venditori esterni e utenti.
Il primo passo per aprire un e-commerce è creare il sito web dove verranno venduti i prodotti o i servizi. Per farlo è possibile rivolgersi a uno sviluppatore oppure usufruire delle soluzioni offerte da diverse piattaforme dedicate (es. WooCommerce, Shopify, etc.). Queste piattaforme sono facili da usare e già pronte all'uso, ma hanno lo svantaggio di prevedere spesso una commissione sulle vendite. Al contrario, creare il proprio sito su misura comporta una spesa iniziale ma garantisce la libertà di personalizzarlo in ogni dettaglio ed evitare commissioni.
Un altro aspetto importante è la tipologia di e-commerce che viene scelta per vendere online. In particolare, l'e-commerce può essere un sito web o un'app che vende prodotti materiali come computer e smartphone o servizi digitali su abbonamento (es. software as a service o SaaS). Inoltre, è possibile creare il negozio online con un proprio magazzino oppure senza magazzino (drophipping) e usare un fornitore esterno per spedire direttamente i prodotti ai clienti.
Per vendere online, il titolare dell'attività deve pubblicare una serie di informazioni e dati obbligatori sul sito. Si tratta di un adempimento necessario per garantire trasparenza ai propri utenti e per evitare sanzioni. Nello specifico, basta riportare i seguenti dati:
In genere, queste informazioni vengono indicate nella sezione inferiore del sito (footer) insieme ai documenti per la privacy.
Se si vuole avviare una nuova attività da zero è necessario aprire un'impresa commerciale. In questi casi, l'impresa può essere aperta come ditta individuale oppure come società (SRL, SRLS, SPA). Con la ditta individuale il negoziante non può avere dei soci ma ha costi ridotti per l'apertura e la gestione. Con la società, invece, i costi sono più alti sia in termini di spese per la costituzione sia per le imposte, tuttavia, il titolare non risponde direttamente dei debiti dell'impresa e può coinvolgere altri soci.
Se l'apertura dell'e-commerce rappresenta solo un altro canale di vendita, invece, è possibile usare un'impresa già avviata. In questo caso, non è necessario aprire una ditta o una società nuova. Infatti, è sufficiente comunicare l'attività aggiuntiva al registro delle imprese e modificare il codice ATECO dell'attività con il proprio commercialista.
È possibile vendere su internet senza aprire una partita IVA solo se la vendita è occasionale. Ciò si verifica quando la vendita viene effettuata in modo sporadico e non continuativo. Ad esempio, quando un privato vende il proprio smartphone usato su un sito di annunci.
Quando si vuole aprire un negozio online, invece, è obbligatoria la partita IVA. In questi casi, infatti, viene svolta un'attività commerciale continuativa che richiede alcuni adempimenti specifici. In particolare, oltre a dover aprire la partita IVA, è obbligatorio iscriversi al registro delle imprese, presentare la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) e registrarsi all'INPS per i contributi previdenziali.
Tutti i venditori online devono rispettare la privacy e i diritti dei propri utenti. Infatti, un e-commerce deve pubblicare una serie di documenti informativi obbligatori.
Per funzionare al meglio, il sito raccoglie spesso alcuni dati personali degli utenti e salva sul loro computer dei cookie per tracciare le loro scelte. In questi casi, è necessario pubblicare sul sito:
Gli e-commerce sono tenuti, inoltre, a pubblicare delle condizioni generali di vendita. Si tratta di un documento che contiene i termini e le regole che si applicano agli acquisti e all'utilizzo della piattaforma da parte degli utenti. In particolare, questo documento include:
Il venditore deve assicurarsi che le condizioni di vendita vengano accettate dai clienti prima di effettuare un acquisto. Inoltre, è necessario inviare loro una conferma d’ordine ad acquisto avvenuto.
In aggiunta ai passaggi di base per aprire un e-commerce è necessario rispettare ulteriori requisiti. In particolare, il titolare deve avere tutti i requisiti morali previsti per aprire un negozio di qualsiasi tipo come ad esempio non essere stato condannato in via definitiva per ricettazione o riciclaggio. Inoltre, sono previsti ulteriori requisiti a seconda del tipo di prodotto venduto come il certificato HACCP necessario per la vendita di prodotti alimentari conservati o prodotti dal titolare dell'e-commerce.
Un e-commerce ha il vantaggio di avere costi minori rispetto ad un negozio fisico. In genere, infatti, un'attività online non deve sostenere i costi per l'affitto di una sede e non deve versare contributi e stipendi per il personale come commessi e cassieri. Inoltre, se l'attività viene svolta in dropshipping non ci sono neanche i costi per la logistica e per l'affitto del magazzino dove conservare la merce.
A fronte di questo risparmio, l'attività online comporta comunque alcuni costi tipici. Avviare il negozio, infatti, implica i costi per lo sviluppo del sito web, per il relativo contratto di hosting e per la gestione commerciale del sito. In particolare, l'e-commerce necessita spesso di un'attività di digital marketing e di ottimizzazione del sito per i motori di ricerca (SEO) con costi variabili a seconda del consulente a cui ci si rivolge.
Per mantenere il business online, inoltre, i costi variano se la forma giuridica scelta è un'impresa individuale oppure una società. Infatti, i costi per la ditta individuale sono inferiori e non implicano la parcella di un notaio (circa €200 per l'iscrizione al registro delle imprese e massimo €1.000 per la SCIA). Al contrario, i costi di costituzione di una SRL sono più alti in quanto si aggiungono quelli per il notaio e per le tasse (circa €1.500 per una SRL e circa €400 per la costituzione di una SRL Semplificata).
Le differenze nei costi sono presenti anche in ambito fiscale per la gestione contabile. Infatti, i costi annuali del commercialista cambiano non solo in base al regime fiscale ma anche al tipo di attività commerciale aperta. La ditta individuale ha costi inferiori a partire da €300 in regime forfettario, la società, invece, ha dei costi maggiori che partono da almeno €1.000 all'anno.
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