Aprire una Ditta Individuale: Guida su Costi e Tasse

Aprire una Ditta Individuale: Guida su Costi e Tasse

Oggi si può aprire una ditta individuale in pochi passaggi. Per capire se questa forma di impresa si adatta all’attività che si intende avviare bisogna conoscere gli adempimenti, le tasse e i costi da affrontare.

Cos’è una ditta individuale

La ditta individuale è il nome con cui si presenta sul mercato una persona che produce o vende beni o servizi (che svolge cioè un’attività commerciale). Si tratta quindi solo di una denominazione e non di una nuova persona giuridica, come nel caso di una società. È la persona fisica titolare dell’impresa, infatti, a stipulare i contratti con i fornitore e i clienti e a essere responsabile personalmente nei loro confronti.

Chi svolge un’attività commerciale con una ditta individuale è definito imprenditore (o impresa) individuale. L’imprenditore individuale si assume tutti i rischi dell’attività e, soprattutto, è responsabile dei debiti. Per questo motivo, quando l’imprenditore non riesce più a pagare i propri fornitori può essere soggetto a fallimento.

Cosa cambia tra ditta individuale, partita IVA e società

È importante non confondere la ditta individuale con la partita IVA. Aprire la p. IVA è obbligatorio, qualsiasi sia l'attività svolta. L'apertura della ditta individuale, invece, è prevista solo per le attività commerciali. Se l'attività non è commerciale (es. consulente marketing, ingegnere, programmatore) basterà aprire una p. IVA ed iscriversi all'albo professionale, se previsto.

Inoltre, la ditta è diversa dalla società (es. società a responsabilità limitata). La ditta individuale è una persona fisica e non giuridica per cui l'imprenditore è responsabile personalmente degli eventuali debiti dell'attività. La società, invece, ha un patrimonio autonomo rispetto a quello dei soci. Questi ultimi non sono responsabili dei debiti e rischiano solo di perdere il capitale investito.

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Come aprire un'impresa individuale

Il primo passo per incominciare l’attività è aprire una partita IVA come ditta individuale. L’apertura della p. IVA può essere fatta rivolgendosi direttamente all’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, per poter sfruttare le agevolazioni disponibili e non commettere errori è meglio farsi consigliare da un esperto.

Dopo l’apertura della p. IVA sarà necessario effettuare l'iscrizione alla Camera di commercio. Tramite questo adempimento il titolare dell’attività può scegliere il nome e indicare la sede legale della ditta. In genere, la ditta individuale è un nome di fantasia al quale si aggiungono il nome o anche solo il cognome del titolare (es. Abc Marketing di Maria Bianchi).

Con l’inizio dell’attività bisognerà aprire una posizione INPS per versare i contributi pensionistici e aprire una posizione INAIL per la copertura degli infortuni sul lavoro. Oltre a questo, è sempre consigliata l'apertura di un conto corrente della ditta individuale. Per alcune tipologie di attività, infine, bisognerà presentare una comunicazione e ottenere le autorizzazioni necessarie. Ad esempio, per aprire un negozio di vestiti bisognerà presentare la segnalazione certificata di inizio attività o SCIA. Per aprire un bar o un ristorante, invece, sarà necessario disporre delle certificazioni necessarie, come l’HACCP che certifica il rispetto delle norme in materia alimentare.

Oggi la maggior parte degli adempimenti richiesti per aprire una impresa individuale può essere eseguita con una singola comunicazione online (Comunica). Attraverso questo strumento è possibile aprire la p. IVA, iscriversi al registro delle imprese, all’INPS, all’INAIL e presentare la SCIA, se richiesta.

Costi e tasse

I costi della ditta individuale variano a seconda dell'attività svolta. ln genere, tra i costi per aprire la partita IVA, quelli per la registrazione della ditta e per l’iscrizione all’INPS e all’INAIL non si superano i €200. L’importo dipende dal tipo di attività da svolgere e dalla camera di commercio di riferimento. Ad esempio, aprire un negozio online richiede in genere meno costi di un'attività con una sede fisica. A queste somme, inoltre, si aggiungono i costi eventuali relativi alle certificazioni e alle autorizzazioni (es. SCIA). Infine, data la complessità della procedura, potrebbe essere necessario pagare un commercialista per farsi assistere.

Le tasse di una ditta sono particolarmente basse. Oggi, infatti, è possibile approfittare della flat tax per partite IVA e pagare solo il 5% di tasse per i primi 5 anni di attività (15% per gli anni successivi). È sufficiente avere un reddito annuo inferiore a €85.000 e rispettare i requisiti previsti per il regime forfettario. Questo regime prevede semplificazioni per la contabilità e costi di gestione ridotti, come quelli per il commercialista. In alternativa, è possibile comunque accedere al regime fiscale ordinario e scegliere la contabilità semplificata.

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