Regime Ordinario: Tasse e Differenze con il Forfettario

Regime Ordinario: Tasse e Differenze con il Forfettario

Scopri tutto quello che c'è da sapere sul regime fiscale ordinario. Vediamo come funziona, come si calcolano le tasse e le differenze con il forfettario.

Cos'è il regime fiscale ordinario

Il regime ordinario è il regime fiscale obbligatorio per chi non può accedere al regime forfettario. Il regime ordinario si applica, in genere, a chi ha un fatturato superiore a €85.000 oppure a chi ha molte spese. Sulla base del regime fiscale cambia come sono calcolate le tasse e quali adempimenti devono essere rispettati.

Il regime fiscale ordinario prevede l'applicazione di diverse imposte:

  • L'imposta sul valore aggiunto (IVA) che si applica sulle vendite dei beni e sulle prestazioni dei servizi
  • L'imposta sul reddito annuo chiamata IRPEF per le persone fisiche e IRES per le società
  • L'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) che dal 1° gennaio 2022 si applica solo alle società

regime fiscale ordinario

Come funziona la partita IVA nel regime fiscale ordinario

Il regime ordinario prevede alcune regole specifiche per la fatturazione: l'applicazione dell'IVA e l'obbligo della fattura elettronica.

Anzitutto, l'IVA deve essere inserita nelle proprie fatture. Questo significa che al prezzo del prodotto o del servizio venduto deve essere aggiunta l'IVA. Quest'imposta è pari al 22% del prezzo. Tuttavia, per alcuni prodotti la percentuale dell'IVA può essere ridotta. Ad esempio, per la carne e il pesce l'IVA è al 10% mentre per il latte e il pane l'IVA è al 4%.

È previsto, inoltre, l'obbligo della fattura elettronica. Si tratta di un sistema digitale di invio e conservazione delle fatture. Le fatture vengono inviate al cliente nel cassetto fiscale presente nel sito dell'Agenzia delle Entrate o al suo indirizzo di posta elettronica certificata (PEC).

Oltre alle regole fiscali di base, vi sono poi ulteriori adempimenti:

  • la dichiarazione IVA, una comunicazione telematica annuale da effettuare all'Agenzia delle Entrate
  • il versamento dell'IVA, il pagamento dell'imposta che può avvenire mensilmente o trimestralmente
  • l'invio di una comunicazione trimestrale sulle fatture estere (esterometro)
  • la compilazione di un modello per la verifica dei ricavi e dei compensi (modello ISA, ex studi di settore)
  • l'eventuale applicazione della ritenuta d'acconto per anticipare una parte delle tasse nelle fatture

Sono inoltre previsti specifici adempimenti contabili. In particolare, è necessario conservare una serie di registri e libri contabili che variano sulla base dell'attività svolta e del fatturato. A seconda del caso, si parla di contabilità semplificata oppure ordinaria.

Contabilità semplificata

Le persone fisiche e le imprese minori, come le ditte individuali, possono adottare il regime di contabilità semplificata. Questo è applicabile solo da chi ha ricavi inferiori a €700.000 annui. Tuttavia, questo limite sui ricavi è di €400.000 per chi ha un'attività di servizi, vale a dire per chi svolge attività diverse dalle vendita di beni.

Con la contabilità semplificata è prevista meno burocrazia e vi è l'obbligo di conservare solo alcune scritture contabili. In particolare, si devono conservare i registri IVA, il registro degli incassi e dei pagamenti, il registro dei beni ammortizzabili (es. macchinari e strumenti acquistati) e l'eventuale documento sui propri dipendenti (il libro unico del lavoro).

Contabilità ordinaria

Tutti quelli che non aderiscono alla contabilità semplificata devono adottare il regime di contabilità ordinaria. Le grandi imprese e le società di capitali (SRLSRLS, SPA) lo adottano a prescindere dai ricavi. Per le persone fisiche è previsto solo se viene superato il limite di ricavi per accedere alla contabilità semplificata.

La contabilità ordinaria prevede l'obbligo di tenere una serie di libri contabili aggiuntivi. Si tratta del libro giornale, del libro inventario e delle eventuali documentazioni di magazzino. Inoltre, in caso di società, si aggiungono i libri sociali e il bilancio di esercizio.

Il calcolo delle tasse

Nel regime ordinario le tasse si calcolano sulla base del fatturato annuo. In particolare, al fatturato si tolgono i costi dell'attività. Si tratta di sottrarre le voci di spesa sostenute durante l'anno come l'affitto dei locali, il costo dei macchinari acquistati e i contributi pensionistici versati.

Le imposte sul reddito si applicano in modo diverso per le persone fisiche e per le società. In particolare, le società applicano l'IRES (imposta sul reddito delle società) con un'aliquota fissa del 24% (aliquota 2020). Le persone fisiche, invece, applicano l'IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche). In questo caso, la percentuale delle tasse cambia in base al reddito e l'imposta dovuta (aliquote 2022) è del:

  • 23% fino a €15.000
  • 25% per la parte di reddito che supera €15.000
  • 35% per la parte di reddito che supera €28.000
  • 43% per la parte di reddito che supera €50.000

Confronto fra regime forfettario e ordinario

In base al regime fiscale cambiano le tasse da pagare e gli adempimenti annuali. Il regime forfettario prevede percentuali più basse di tasse con un'aliquota del 15% sul reddito (ridotta al 5% per i primi cinque anni) e non prevede l'IVA. A fronte di queste agevolazioni, tuttavia, in questo regime non è consentito scaricare i costi dell'attività. Inoltre, anche per questo regime fiscale è previsto l'obbligo della fatturazione elettronica, salvo specifiche eccezioni.

Il regime ordinario, invece, prevede percentuali di tasse più alte e una contabilità più complessa. È però possibile scaricare le spese sostenute durante l'anno. Si tratta di una differenza importante che può essere vantaggiosa per chi sostiene molte spese. Si pensi, ad esempio, a chi deve acquistare costosi macchinari e attrezzature e vuole poter scaricare i costi.

La scelta del regime fiscale più adatto alla propria attività dipende da molte variabili. Infatti, occorre valutare il fatturato annuo, le spese sostenute e il settore in cui si opera. In base al caso concreto può essere conveniente il forfettario oppure l'ordinario. Per questo è consigliato farsi guidare da un esperto nelle scelte fiscali migliori per la propria situazione.

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