Lavoro Autonomo: Con Partita IVA o Occasionale

Lavoro Autonomo: Con Partita IVA o Occasionale

Il lavoro autonomo consente di svolgere un'attività lavorativa in modo indipendente, senza avere un datore di lavoro. Vediamo come funziona, le regole sulla partita IVA, sui contratti e sul reddito.

Cos'è il lavoro autonomo

Si definisce lavoro autonomo l’attività di un soggetto che sceglie liberamente le modalità, i tempi e il luogo della prestazione lavorativa. Si tratta, quindi, di un'attività svolta da lavoratori che non sono dipendenti e che hanno il solo obbligo di realizzare quanto concordato con i propri clienti. Ad esempio, uno sviluppatore freelance che si impegna a realizzare un'app per smartphone secondo le specifiche volute da un'azienda.

L’attività di lavoro autonomo può essere di due tipi: abituale o occasionale. Se l'attività è svolta in modo regolare o continuativo si definisce abituale e richiede una p. IVA. È il caso, ad esempio, del consulente marketing che ogni mese lavora per i propri clienti. Se l'attività, invece, è svolta in modo sporadico e non continuativo, si definisce occasionale e non prevede particolari adempimenti. Come nel caso dello studente che una volta l'anno realizza un sito internet per un amico per poche centinaia di euro.

lavoro autonomo con partita iva

Con Partita IVA: il lavoro abituale

Tutti gli autonomi che lavorano con regolarità sono tenuti ad aprire una partita IVA. La procedura può essere svolta presso l'Agenzia delle Entrate oppure online con il servizio dedicato ComUnica. È facile commettere errori nella compilazione dei moduli necessari, dato che è necessario verificare i requisiti per il regime fiscale e scegliere il giusto codice ATECO per l'attività.

Inoltre, ci sono una serie di adempimenti aggiuntivi da considerare come gli obblighi di fatturazione, la ritenuta d'acconto e il versamento dei contributi pensionistici. Si tratta di aspetti importanti che cambiano in base al settore e alle scelte prese in fase di apertura della P.IVA. Per questo motivo, è utile rivolgersi ad un professionista che faccia da guida e che si occupi di tutti gli adempimenti necessari.

Senza Partita IVA: il lavoro occasionale

I lavoratori autonomi che svolgono un'attività in modo non abituale possono lavorare senza partita IVA. In questi casi non è necessario andare all'Agenzia delle Entrate e non ci sono particolari adempimenti contabili. Infatti, non si deve emettere una fattura, ma una semplice ricevuta di pagamento alla quale si applica una specifica ritenuta d’acconto per la prestazione occasionale.

Inoltre, per quanto riguarda gli adempimenti pensionistici, nel lavoro occasionale, non è obbligatorio pagare i contributi INPS. Gli obblighi pensionistici, infatti, scattano solo se vengono incassati più di €5.000 in un anno.

I contratti degli autonomi

Il lavoro autonomo consiste nella realizzazione di un’opera o di un servizio di qualsiasi tipo. Oggi, ai lavoratori autonomi tradizionali come l'architetto o il medico si affiancano le figure della digital economy come i designer, i freelance e gli sviluppatori di siti web. Esistono, quindi, molte opportunità di lavoro e contratti diversi per regolare ciascun rapporto. In base all'attività svolta è possibile scegliere tra:

  • Contratto d’opera usato quando l’attività prevede la consegna di un risultato definito nel contratto (es. lo sviluppo di un sito web)
  • Contratto di fornitura servizio usato per attività continuative o periodiche (es. un servizio di gestione dei social network)

Regimi fiscali e come si calcola il reddito

Il reddito di un'attività di lavoro autonomo è rappresentato solo da una parte del fatturato annuo totale. Il calcolo del reddito dipende dal regime fiscale applicato. Ci sono due regimi: il regime forfettario e il regime ordinario. Le tasse sono solo di uno dei costi della p. IVA la cui spesa annuale dipende dal settore in cui si opera, dal fatturato annuo e dal regime fiscale applicato. Vediamo come si calcola il reddito e le tasse.

Regime forfettario

Nel regime forfettario il reddito tassabile dipende da una percentuale stabilita dalla legge. Questa percentuale è chiamata coefficiente di redditività e dipende dal settore di attività del lavoratore autonomo. Per calcolare il reddito si moltiplica questo coefficiente di redditività per il fatturato. Vediamo un esempio:

Se il lavoratore autonomo è un consulente marketing il coefficiente di redditività è del 78%. In questo caso, con un fatturato annuo di €10.000, il reddito tassabile è solo €7.800. Infatti, €10.000 * 78% (coefficiente) = €7.800 (reddito).

Il reddito così calcolato, nel regime forfettario, viene tassato con un'unica imposta, una tassa del 15% sul proprio reddito, ridotta al 5% nei primi 5 anni di attività. Per calcolare la tassa da pagare basta moltiplicare il reddito per l'imposta del regime forfettario. Tornando all'esempio del consulente marketing, in questo caso, le tasse sarebbero:

  • €7.800 (reddito) * 5% (nei primi 5 anni di attività) = €390 di tasse
  • €7.800 (reddito) * 15% (dopo i primi 5 anni di attività) = €1.170 di tasse

Regime ordinario

Nel regime ordinario, invece, il reddito tassabile dipende dai costi sostenuti per l'attività. Non è previsto un coefficiente di redditività e basta sottrarre al fatturato le spese (es. i costi dell'affitto o gli strumenti acquistati).

Ad esempio, un consulente in regime ordinario con un fatturato annuo di €20.000 e che sostiene spese pari a €5.000 ha un reddito di €15.000. Il reddito infatti è €20.000 - 5.000 = €15.000.

Il reddito così calcolato, nel regime ordinario, viene tassato moltiplicando l'imponibile per la percentuale IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche). Questa percentuale varia in base al reddito annuo con percentuali dal 23% al 43%. Nel caso in esempio:

  • €15.000 (reddito) * 23% IRPEF = €1.150 di tasse

In aggiunta all'IRPEF, però, nel regime ordinario vanno applicate altre imposte. In particolare, in questo regime deve essere aggiunta l'IVA in fattura e ci sono molti adempimenti contabili aggiuntivi. Inoltre, si deve pagare l'IRAP la cui percentuale varia in base alla regione di riferimento e al tipo di attività svolta (non più applicabile dal 1° gennaio 2022).

Certificazione unica del reddito

La certificazione unica è un documento che attesta i compensi versati dai clienti ai lavoratori autonomi. In particolare, questo documento deve essere rilasciato dalle imprese e dalle società che pagano un collaboratore. Si tratta di un documento che contiene il riepilogo dei redditi ricevuti dal lavoratore durante l'anno. In genere, questa certificazione viene trasmessa all'Agenzia delle Entrate entro il 31 marzo di ogni anno.

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