Aprire Associazione Culturale: Come Costituire e Costi

Aprire Associazione Culturale: Come Costituire e Costi

Stai cercando informazioni su come aprire un'associazione culturale? Di seguito una guida su cos'è, come costituirla, quali costi vanno sostenuti e qual è il regime fiscale applicabile.

Cosa sono le associazioni culturali e perché costituirle

L'associazione culturale è un ente non profit. Si tratta di un'organizzazione senza scopo di lucro costituita da un gruppo di persone che decidono di associarsi stabilmente per svolgere e/o promuovere attività culturali. Chiunque condivida lo scopo dell'associazione culturale può chiedere di diventare socio accettando le regole stabilite nello statuto.

Le associazioni di questo tipo si potranno occupare di tutte le attività che sono collegate al mondo culturale/artistico e ad attività formative ed educative (ad esempio un cineforum, un circolo di lettura, un gruppo per promuovere il restauro di un monumento). Queste associazioni possono essere chiamate anche circoli privati o club (ad esempio un circolo o club di musica jazz). Se l'associazione non ha come scopo istituzionale quello culturale sarà necessario costituire un altro tipo di ente (ad esempio se si vuole promuovere un'attività sportiva, dovrà essere costituita un'associazione sportiva dilettantistica o "ASD").

Svolgere le attività culturali attraverso un'associazione consente di usufruire di numerose agevolazioni fiscali come:

  • l'esenzione dal pagamento di tasse per le entrate derivanti dall'attività istituzionale dell'ente
  • l'esonero dal pagamento dell'IVA
  • la possibilità di accedere al contributo del 2 per mille (per le associazioni esistenti da almeno 5 anni)

La recente riforma sul Terzo Settore (ETS) ha riorganizzato sotto un'unica famiglia gli enti che perseguono finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. L'attività culturale, se di interesse sociale (es. con finalità educativa o per la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale) può diventare un ETS (Ente del Terzo Settore) e godere delle relative agevolazioni fiscali previste.

Associazione culturale

Come creare un'associazione culturale: requisiti e passi per la costituzione

Per costituire un ente culturale sono necessari dei requisiti minimi. Innanzitutto è obbligatorio che sia rispettato il numero minimo di 3 soci (o associati) fondatori. È necessaria l'assenza dello scopo di lucro. Infine lo scopo che l'associazione culturale si propone di perseguire devono consistere nella promozione e organizzazione di attività culturali. Per avviare la propria associazione culturale si deve compiere i seguenti passi:

  1. Redazione dello statuto e dell'atto costitutivo: la prima fase è la stesura dello statuto e dell'atto costitutivo dell'associazione. Gli associati fondatori stabiliscono in questi documenti gli scopi (specificando la finalità di svolgere e/o promuovere attività culturali), l'amministrazione, la gestione del patrimonio e tutte le regole generali sia riguardo il funzionamento dell'organizzazione sia riguardo diritti e doveri degli associati.
  2. Sottoscrizioni dei fondatori e costituzione: dopo la redazione bisognerà firmare atto costitutivo e statuto per completare la costituzione. Non sarà necessario che questo avvenga davanti a un notaio. La sottoscrizione di tutti i fondatori è sufficiente per dar vita all'associazione e per procedere con le operazioni successive.
  3. Registrazione e codice fiscale: il presidente dell'associazione dovrà chiedere l'attribuzione del codice fiscale e la registrazione dell'associazione all'Agenzia delle Entrate per poter compiere determinate operazioni (ad esempio l'apertura di un conto corrente o la firma di contratti) e accedere alle agevolazioni fiscali di settore. Questi passaggi non sono strettamente obbligatori ma scegliendo di non effettuarli l'ente sarà molto limitato nelle sue attività e rimarrà una sorta di "accordo privato" tra gli associati.
  4. Richiesta della partita IVA: è necessaria l'apertura della partita IVA se l'associazione effettua attività commerciale (ad esempio la vendita di beni o servizi) in maniera continuativa, vale a dire avvalendosi di un'organizzazione stabile di mezzi e persone. Questo tipo di attività dovrà essere sempre secondaria e mai prevalente rispetto alle attività istituzionali dell'ente. Se l'attività commerciale è occasionale non è necessario aprire la partiti IVA.

Quanto costa aprire una non profit culturale

I fondatori dovranno sostenere una serie di costi per aprire l'associazione. Anzitutto è necessario creare l’atto costitutivo e lo statuto. Non è necessario che questi documenti siano redatti da un notaio. È sempre consigliato però rivolgersi a un professionista o a un servizio come LexDo.it per evitare irregolarità nei documenti, assicurarsi che lo statuto sia adatto al tipo di associazione che si sta costituendo e valido per le iscrizioni nei vari registri.

L'intervento del notaio è obbligatorio solo se si vuole costituire un'associazione riconosciuta. Questa operazione consente il "riconoscimento della personalità giuridica", che consente ai creditori dell'associazione di poter aggredire solo il suo patrimonio in caso di debiti, senza poter aggredire il patrimonio dei suoi amministratori. Per procedere al riconoscimento è necessario quindi far redigere l'atto costitutivo e lo statuto da un notaio (atto pubblico) e il versamento di un patrimonio minimo di circa €15.000 (in base alla regione di appartenenza può essere richiesto un patrimonio minimo diverso). La pratica notarile fa aumentare molto i costi di costituzione. In genere, l'importo da pagare al notaio è intorno agli €1.000. Per questo motivo, si tratta di una scelta poco frequente e viene preferita almeno inizialmente la forma "non riconosciuta".

Si potrà quindi procedere con la richiesta del codice fiscale e di registrazione per dare data certa alla costituzione dell'ente, per ottenere le agevolazioni fiscali e per compiere determinate attività come l'apertura di un conto corrente o stipulare contratti. Se si decide di effettuare questa operazione bisogna eseguire il versamento delle relative imposte di circa €250 (€200 + le marche da bollo necessarie) e la registrazione deve essere effettuata entro 20 giorni dalla costituzione dal presidente dell'associazione presso l'Agenzia dell'Entrate.

Un ulteriore costo è la richiesta della partita IVA. Come già detto non è obbligatorio attivare una partita IVA per un ente culturale ma lo diventa nel caso in cui l'associazione svolga attività commerciale in maniera continuativa e abituale. In questi casi è opportuno rivolgersi a un professionista che si occupi della pratica di apertura della partita IVA. È sempre opportuno e consigliato che un professionista segua la contabilità dell'associazione per evitare possibili sanzioni. In genere, il compenso di un professionista che si occupi di queste attività parte da circa €1.000 + IVA all'anno.

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Vantaggi di un ente culturale senza scopo di lucro

Sotto il profilo fiscale, l'associazione culturale in quanto ente senza scopo di lucro beneficia della non tassazione su tutte le entrate istituzionali. Rientrano tra queste le quote o i contributi economici che gli associati versano per l'attività principale dell'ente, ad esempio per la frequentazione di corsi. Queste entrate non vengono tassate in alcun modo e si possono incassare senza necessità di emettere fattura e avere una partita IVA. È possibile anche svolgere attività commerciali che però devono essere esercitate in maniera non prevalente rispetto alle attività istituzionali.

Le non profit posso anche beneficiare di un regime fiscale forfettario che garantisce l'esonero dal versamento dell'IVA. Le associazioni che vogliono godere di questa agevolazione non devono produrre ricavi derivanti da attività commerciali superiori ai €400.000 annui.

Il regime di agevolazioni appena descritto verrà abrogato e sarà sostituito da nuovi benefici fiscali quando entrerà pienamente in vigore la riforma degli enti del Terzo Settore (ETS). Questa riforma introduce diverse novità anche sotto il profilo fiscale come la distinzione fra entrate non commerciali e entrate commerciali. Secondo le nuove regole le entrate non commerciali non verranno tassate in alcun modo mentre quelle commerciali beneficeranno di un regime forfetario di tassazione a condizione che le entrate commerciali non superino quelle non commerciali.

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