Che cosa sono i premi di produzione
I premi di produzione (di produttività o di risultato) sono una retribuzione aggiuntiva che un datore di lavoro può corrispondere ai lavoratori dipendenti. Questi premi sono corrisposti per aumenti di produzione, redditività, qualità, efficienza o innovazione. L’importo del premio non è fisso ma dipende dall’incremento realizzato (retribuzione variabile). Ad esempio, il premio di produzione può essere riferito al numero di unità prodotte, alla riduzione dei costi di produzione o all’introduzione di metodi più efficienti o innovativi nella realizzazione dei prodotti o dei servizi dell’azienda.
Gli obiettivi da raggiungere e l’entità del premio di produzione vengono concordati in anticipo. In particolare, la negoziazione sui premi può avvenire a livello:
- individuale: tra datore di lavoro e singolo dipendente (es. bonus dipendenti)
- aziendale: tra datore di lavoro e rappresentanze sindacali aziendali (RSA o RSU)
- territoriale: tra rappresentati dei datori di lavoro (Confindustria, Confcommercio, ecc.) e i sindacati dei dipendenti (CGIL, CISL, UIL, ecc.)
Qual è la tassazione dei premi di produzione
I premi di produzione godono di benefici fiscali se vengono erogati nel rispetto di alcune condizioni previste dalla legge. In particolare, se i premi di produzione sono previsti da contratti collettivi aziendali oppure da contratti territoriali di settore, la tassazione è ridotta al 10% per gli importi fino a Euro 3.000. Tale riduzione si applica solo se il dipendente ha un reddito annuo inferiore a Euro 80.000.
Di conseguenza, per poter accedere ai benefici fiscali è necessario aver firmato un contratto collettivo aziendale con i propri rappresentanti sindacali o aver aderito a un contratto collettivo territoriale di settore (o quello del settore più simile). Si tratta quindi di uno strumento previsto per imprese medio-grandi e poco pratico per le startup e le piccole-medie imprese (PMI o PMI innovative). In particolare, la complessità del processo di adozione dei contratti collettivi e di misurazione degli incrementi di produttività, portano spesso questo tipo di imprese ad adottare altre forme di incentivazione (ad es. il piano di incentivazione dei dipendenti).
Bonus dipendenti e altri incentivi
Un’alternativa ai premi di produzione sono i bonus dipendenti, concordati nei contratti di lavoro individuale. In questo caso, non è richiesto un contratto collettivo aziendale o territoriale. Non sono però previsti sgravi fiscali o contributivi.
I bonus dipendenti possono essere condizionati a incrementi di produttività o essere erogati discrezionalmente dal datore di lavoro. Sono corrisposti direttamente in busta paga come retribuzione e sono soggetti alla normale tassazione e contribuzione.
Inoltre, le imprese di qualsiasi dimensione possono optare per altre tipologie di incentivi. In particolare, è possibile ricorrere:
- a un Piano di Stock Option: per incentivare e fidelizzare i dipendenti di un’impresa, facendoli partecipare al capitale sociale e agli utili
- al Work for Equity: per incentivare e fidelizzare i collaboratori (non dipendenti) di un’impresa, facendoli partecipare al capitale sociale e agli utili tramite un regolamento di work for equity
- a un Piano di Welfare Aziendale: per incentivare il lavoro dei dipendenti attraverso misure di sostegno sociale, come istruzione, sanità, ecc.
Come creare un contratto di lavoro con bonus
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CONTRATTO DI LAVORO SUBORDINATO PER DIPENDENTI: per assumere un lavoratore dipendente e prevedere un bonus annuo discrezionale
CONTRATTO DI LAVORO PER DIRIGENTI: per assumere un dirigente o un manager e prevedere un bonus annuo discrezionale