Un dirigente può essere vincolato da diverse tipologie di patti di non concorrenza.
Durante il rapporto di lavoro il dirigente è legato al datore da un obbligo di fedeltà che gli impone di non svolgere attività in concorrenza con quelle che svolge per l'azienda in cui è assunto e di non divulgare notizie riservate su di essa. Si tratta di un obbligo previsto dall'art. 2105 del c.c. e pertanto non occorre un accordo specifico in tal senso con il lavoratore.
Invece, per il periodo successivo alla conclusione del rapporto, datore e lavoratore possono sottoscrivere un apposito patto di non concorrenza con il quale il lavoratore accetta di limitare la propria attività futura sia in proprio, sia alle dipendenze di altri datori.
Tale patto di non concorrenza deve essere contenuto entro determinati limiti di:
Inoltre, il patto di non concorrenza deve, a pena di nullità:
In caso di violazione da parte del lavoratore, l'azienda può pretendere i compensi già versati e richiedere il risarcimento dei danni provocati dal lavoratore medesimo.
Spesso, al fine di limitare le violazioni del patto da parte del lavoratore, nel patto viene prevista una penale in caso di inadempimento.
Contratto di Lavoro per Dirigenti
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