Il riconoscimento di debito è la dichiarazione con la quale il debitore afferma di dover pagare al creditore una certa somma di denaro. Non è fonte di obbligazioni, ma produce un importante conseguenza: l’inversione dell’onere della prova.
Infatti, a fronte di una dichiarazione di riconoscimento di debito, non è più il creditore a dover provare l’esistenza del credito (come normalmente avviene) ma è il debitore che deve provare l’inesistenza del credito. Se non è in grado, si presume che il debito sussista.
Il creditore avrà quindi interesse a ricevere questo tipo di dichiarazione poiché sarà facilitato, in caso di inadempimento, nel recupero giudiziale del suo credito.
In caso di più soggetti debitori (obbligazione solidale), il riconoscimento produce l’effetto dell’inversione dell’onere della prova solo a carico del debitore che l’abbia sottoscritto.
E’ possibile distinguere tra puro o titolato.
Nel riconoscimento puro non viene richiamato il rapporto fondamentale, ossia il rapporto sottostante che è alla base dell’esistenza del debito, per esempio il contratto di vendita.
Nel riconoscimento titolato, invece, si fa riferimento al rapporto giuridico da cui trae origine il debito.
Sotto il profilo processuale, quello puro dispensa il destinatario della dichiarazione di provare il rapporto fondamentale, la cui esistenza è presunta sino a prova contraria.
Entrambe le tipologie determinano una presunzione semplice di esistenza del debito, ma nel caso di riconoscimento di debito titolato il riferimento al rapporto fondamentale rende più semplice per il debitore dimostrare l’insussistenza del rapporto fondamentale o l’estinzione dell’obbligazione.
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